Morto Tomaz Pandur, la maledizione del genio


Smrt Tomaža Pandurja odmeva v mednarodnem prostoru. Tu povzemamo zapis Gianfranca Copitta v časopisu Il manifesto – quotidiano comunista in Roberta Canzianija iz dnevnika Il Piccolo. Medtem se širijo objave po svetu. Dodajam še spominski zapis Paola Magellija.

Lutti. Il regista teatrale colpito da infarto ieri a Madrid, dove viveva da diversi anni. Era affascinato dalla possibilità di grandi produzioni, dalle strutture tecniche ardite. Da Sheherazade ai grandi testi romantici fino al colossale Michelangelo.

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Ieri, a soli 53 anni, è morto a Skopje per infarto, il regista teatrale Tomaz Pandur. E come uno dei suoi grandi eroi, come Adriana Lecouvreur, il regista è morto sul palcoscenico, dove stava provando Re Lear per il Teatro macedone. Era sempre stato un artista «internazionale» Pandur, nato a Maribor, sul confine tra Slovenia e Austria, quando ancora era Jugoslavia. Ma la sua formazione era stata cosmopolita.

E a Maribor era tornato, a dirigere il Teatro nazionale della sua città. E aveva impiantato progetti spettacolari di grande respiro (e altrettanto budget), culminato in una maestosa Divina Commedia dantesca, dove i tre episodi avevano ognuno una diversa e imponente ambientazione, (anche il manifesto ne aveva riferito in quella occasione). Pandur lavorava abitualmente con la sorella Livia, che con lui traduceva e riduceva per la scena i testi.

Con lei, sempre in quei primi anni 90, si trasferì improvvisamente a New York, e si raccontava a causa di qualche dissesto economico a Maribor. In realtà l’ambiente cosmopolita era di certo il più adatto alla sua vena creativa e sperimentale. Negli ultimi anni si era però trasferito a vivere in Spagna.

Dovunque del resto era affascinato dalla possibilità di grandi produzioni, dalle strutture sceniche ardite, dai costumi rutilanti (ma anche senza), dove parole e opere di quei personaggi risuonassero.

Era stato sempre così, da Sheherazade (fine anni 80, vista in Italia) ai grandi testi romantici o shakespeariani, fino al colossale Michelangelo tratto da Krlesa,ospite al Mittelfest tre anni fa. Un artista e le sue opere, e la maledizione del genio da cui Pandur si sentiva fatalmemte attratto, e forse anche vi si riconosceva.

Inaspettatatamente, il teatro internazionale perde Tomaž Pandur

Durante le prove del Re Lear, sul palcoscenico del Teatro macedone di Skopje, Tomaž Pandur è rimasto vittima di un infarto. A 53 anni, scompare una regista ardito. In Italia, il Mittelfest di Cividale è stato testimone del suo temperamento e delle sue visioni.

 

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Un malore improvviso, durante le prove per la ripresa di una sua recente creazione teatrale, il “Re Lear” di Shakespeare al Teatro Nazionale macedone di Skopje. E dopo poco la morte.

A 53 anni, vittima probabilmente di un infarto, è scomparso Tomaz Pandur, nome di spicco della contemporanea scena internazionale. Sloveno, nato Maribor, quando si diceva ancora Jugoslavia, ma cosmopolita nel suo disegno artistico, Pandur si muoveva tra New York, Madrid, Parigi. Era un regista di quelli che volano alti. E  lasciano il segno. Non ce ne sono tanti.

Il pubblico italiano lo conosce anche grazie al Mittelfest di Cividale del Friuli , che ha avuto spesso in cartellone le sue creazioni. Da Onehundred minutes (2003), dove Pandur rielaborava i Fratelli Karamazov, a Tesla (2006), visionaria biografia dello scienziato croato Nikola Tesla. Dal crepuscolare allestimento di Caligola (2008) di Albert Camus alla esaltante esplorazione nella psiche di un artista, Michelangelo, dal dramma del croato Miroslav Krleža (2013).

Un ritratto completo sull’edizione di domani di IL PICCOLO.

ADDIO A TOMAŽ PANDUR
Il Teatro Stabile Sloveno piange la prematura scomparsa del grande regista sloveno
Il ricordo di Paolo Magelli

Il regista sloveno Tomaž Pandur  è stato un visionario, un esteta, un regista che ha portato sul palcoscenico la dimensione del sogno con spettacoli diventati veri e propri cult. La fabbrica dei sogni del suo teatro si è fermata improvvisamente e inaspettatamente oggi – martedì 12 aprile- durante una prova di Re Lear al Teatro nazionale di Skopje in Macedonia. Pandur aveva 53 anni e una personalità artistica forte, una sigla artistica unica che l’ha portato presto alla ribalta internazionale con spettacoli memorabili realizzati per il teatro di Maribor, dove è stato direttore artistico, e ancora prima per il teatro Mladinsko (tra gli spettacoli diventati emblematici della sua poetica vanno citati almeno Sheherazade e la Divina Commedia), con produzioni autonome del Pandur.Theaters fondato con la sorella Livia nel nome e con l’ideale di un teatro sovranazionale, e con i molti successi sulle scene spagnole dopo che Madrid è diventata la sua seconda patria. Tra gli ultimi spettacoli il suo Faust realizzato per il teatro nazionale di Ljubljana ha ottenuto grande successo in America Latina.

Nella nostra regione i suoi spettacoli sono stati ospitati anche dal Mittelfest di Cividale, mentre al Teatro Stabile Sloveno è andata in scena l’ospitalità della sua produzione dedicata a Nikola Tesla Tesla Electric Company.
Con lui hanno collaborato nel periodo della sua direzione artistica del teatro di Maribor anche l’attuale direttore artistico del Teatro Stabile Sloveno di Trieste Eduard Miler e il regista Paolo Magelli che è in questi giorni a Trieste per lo spettacolo Quai Ouest e ha voluto ricordarlo con queste parole insieme alla compagnia dello spettacolo del Teatro Metastasio di Prato e al personale del Teatro Stabile Sloveno:
»Un lutto incredibile ha colpito il teatro europeo e in particolar modo il teatro sloveno. Tomaž Pandur è stato uno dei personaggi più importanti della nostra vita teatrale. Siamo commossi e colpiti da questa improvvisa dipartita. E’ morto sulla scena, come forse dovrebbero morire tutti gli artisti. Con questo pensiero non pensiamo di colmare il dolore della sua famiglia e dei tanti amici europei del teatro, ma ci sembra doveroso esprimere la nostra immensa tristezza.«

Eduard Miler, Paolo Magelli
la compagnia di Quai Ouest del Teatro Metastasio di Prato
la direzione e il personale del Teatro Stabile Sloveno di Trieste

 


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